Vittoria di cuore e di nervi per la Roma, che passa al "Via del Mare" grazie a un lampo nel finale di Artem Dovbyk portandosi a casa i tre punti per la settima volta consecutiva. Contro un Lecce organizzato, intenso e pericoloso, i giallorossi faticano più del previsto ma riescono comunque a portare a casa tre punti fondamentali per restare agganciati alla zona Champions. Finisce 0-1, al termine di una gara spigolosa e ricca di episodi.
Primo tempo: Roma sprecona, Lecce coraggioso
L’inizio è subito da brividi. All’8', un clamoroso errore difensivo dei padroni di casa regala la palla ad Angelino, che però incredibilmente calcia fuori a porta vuota. Il Lecce, tutt’altro che timoroso, risponde con Helgason e Karlsson, ma è la Roma ad avere l’occasione più nitida al 21’: Koné sfrutta un passaggio errato di Falcone e calcia a botta sicura, ma il portiere si riscatta con un intervento d’istinto. Svilar è attento sul diagonale di Karlsson, ma la Roma fatica a prendere in mano la partita e il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Secondo tempo: Dovbyk decisivo, Lecce pericoloso
La ripresa si apre con un brivido per la Roma: al 59’ Krstovic sfiora un eurogol da centrocampo, con Svilar sorpreso ma salvato dalla sorte. Al 66’ Dovbyk ci prova con una conclusione centrale, ma Falcone è ancora decisivo. Poco dopo, Mancini trova la rete, ma il gol viene annullato per fuorigioco. Il momento decisivo arriva all’81’: Dovbyk si inventa un’azione personale, supera Gaspar e infila Falcone con un rasoterra chirurgico sul primo palo. È il gol-partita, che rompe l’equilibrio e avvicina la Roma all’Europa che conta. Nel finale la Roma ha due grandi occasioni con Shomurodov, che però si fa ipnotizzare da Falcone prima all’88’ e poi al 95’. Il Lecce, dal canto suo, ci prova con N’Dri ma senza precisione.
Roma cinica, Lecce ancora a secco
Per la Roma è una vittoria pesantissima, perché arrivata in un campo ostico, contro una squadra in salute e senza brillare particolarmente. Merito anche di Svilar, autore di almeno due interventi decisivi.
Il Lecce, invece, raccoglie meno di quanto avrebbe meritato. Tanto cuore, buona organizzazione, ma ancora troppa imprecisione sotto porta.