Antonio Tempestilli, ex difensore della Roma e oggi dirigente, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TeleRadioStereo 92.7 dopo la vittoria nel ritorno dei play-off di Europa League contro il Porto e il sorteggio che vedrà i giallorossi affrontare l'Athletic Bilbao. Ecco le sue parole:
Se ci fosse stato lei al sorteggio di Nyon, la Roma avrebbe preso la Lazio o l'Athletic? “Mi dicevano che portavo sfiga ai sorteggi perché prendevo sempre le squadre importanti. Avevo il piacere di andare nelle grandi città. Scherzi a parte, avrei voluto evitare il derby perché sappiamo le conseguenze che ci sono nel giocare partite del genere e uscire. I laziali vivono ancora nel ricordo della Coppa Italia, non auguriamoci mai di dover uscire da una competizione europea così importante con i cugini. Sicuramente la Roma trova l'Athletic, una squadra difficile e che nel campionato spagnolo sta facendo anche bene dietro le tre grandi. Bisogna fare attenzione ma sono fiducioso perché la Roma nell'ultimo periodo è cresciuta molto, merito di Ranieri che è riuscito a rendere al meglio un po' tutti. E' un allenatore che esperienza, che non guarda in faccia a nessuno. Anche su Pellegrini, le sue dichiarazioni sono state chiare”.
La ferita della finale del 1991 si apre ancora ed è stata la stessa di Budapest? Quest'anno potrebbe essere l'anno buono per tornare ad alzare questa maledetta coppa? “E' l'augurio che ci facciamo tutti, credo che la Roma ce la possa fare ma non sarà facile perché ci sono altre squadre competitive. L'augurio è che la Roma arrivi nel migliore dei modi ad affrontare queste partite, è determinante avere a disposizione tutti i calciatori affinché l'allenatore possa fare le sue scelte. Nella nostra finale, contro l'Inter, c'era un episodio, un calcio di rigore, che ricorda un po' quello di Budapest. Non per creare alibi a nessuno, sarebbe sbagliato, ma ci sono state una serie di circostanze che hanno fatto sì che la Roma non potesse raggiungere questo traguardo. L'augurio è che la Roma possa arrivare a giocarsela, poi sarà il campo a decidere”.
In questi casi conta di più il calore di uno stadio come il San Mamés o la tradizione recente della Roma in Europa? “La Roma ha la capacità di affrontare ambienti ostili e difficili. Conosciamo il calore del San Mamés, ma altrettanto caldo sarà l'Olimpico. Al di là di tutto conteranno i giocatori e l'espressione delle loro potenzialità. Mi auguro che ci sia un arbitro che non si faccia condizionare dall'ambiente. Sono convinto che la Roma potrà dire la sua”.
Si aspettava un'evoluzione del genere di Mancini? “Sicuramente è un buon giocatore e sta facendo ottime cose, è entrato nel cuore dei tifosi perché è legato all'ambiente e dà tutto sé stesso. Ha lavorato su alcuni aspetti, lui stesso lo ha detto perché si era reso conto che alcuni atteggiamenti erano eccessivi. E' un giocatore su cui fare affidamento, lo sta dimostrando con i fatti”.
Perché la Roma a volte dà la sensazione di essere tatticamente squilibrata? “Sotto certi punti di vista, come ha detto Ranieri, la squadra deve crescere e migliorare. Ha fatto bene a sottolinearlo dopo una vittoria e una qualificazione, è stato veramente un allenatore intelligente e capace e ha espresso i concetti che si sono visti. Lo ha detto molto serenamente, questa squadra fatica a comprendere i momenti in cui deve accelerare e quali invece deve decelerare. Lavorerà anche in questo senso e sono convinto che riuscirà a far migliorare il gruppo”.
L'obiettivo Europa può condizionare le scelte di Ranieri in campionato? “Non credo che Ranieri sarà condizionato, non ho mai sentito un allenatore dire espressamente su che cosa punta e che cosa accantona. Forse ha avuto il pensiero, ma sicuramente non si trasmette alla squadra. Ranieri ha dato la possibilità anche a giocatori che avevano giocato meno, in occasione di partite ravvicinate, e la squadra ha espresso un buon calcio e raccolto risultati. Non credo che la Roma mollerà il campionato per puntare alla coppa, sarebbe un errore. Credo sia fondamentale in questo momento andare avanti, facendo una serie di risultati positivi c'è la possibilità di arrivare in zona coppe anche in campionato”.
Perché tutti gli allenatori amano un giocatore come Celik? “E' un giocatore che fa le cose semplici, chiaramente come tutti commette anche degli errori ma se lo fanno giocare evidentemente gli dà qualcosa. Sicuramente è un giocatore su cui Ranieri conta”.
Chi vorrebbe l'anno prossimo sulla panchina della Roma? "Sicuramente ci vuole un allenatore con un pedigree importante, ma prima ci vogliono i giocatori. Se dovessi fare un nome mi piacerebbe tanto Klopp, mi ha sempre entusiasmato. Ancelotti rimarrà al Real Madrid, Allegri potrebbe dare garanzie. Ma prima servono i giocatori. Montella conosce l'ambiente, ama questi colori e questo potrebbe essere un bene".