Juventus, Rabiot: “Il bel gioco? Alla fine conta vincere. Di rinnovo parleremo più avanti”
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Tutto sulle spalle di Rabiot. Con il derby d'Italia che si avvicina e gli infortuni e le squalifiche che hanno ridotto all'osso le scelte a disposizione di Allegri in mediana, il ruolo del francese diventa fondamentale. Indosserà ancora la fascia da capitano, vista l'assenza di Danilo, ma oltre che nello spogliatoio dovrà prendere in mano anche il centrocampo, sopperendo alle assenze di Locatelli e Fagioli: "Sono orgoglioso di poter guidare la squadra sul campo - ha raccontato a Dazn -. Sappiamo la storia del club, tutti i giocatori che sono passati, gli allenatori: mi rende felice il percorso che ho avuto".
Una sfida in chiave scudetto
Il centrocampista che si ispira a Steven Gerrard e che sogna di alzare la Champions League, si prepara alla sfida più importante di questo inizio di stagione per lui e per la Juventus. I bianconeri sono a due punti dalla capolista Inter che domenica sera farà visita all'Allianz Stadium nello scontro diretto che non vale lo scudetto ma la supremazia momentanea sulla Serie A: "Per lo scudetto vedremo cosa succederà, Allegri ha la mentalità vincente e la applica in ogni partita e ogni giorno. Questo lo rende un grande allenatore". Tecnico che, indirettamente, si è reso protagonista di un botta e risposta con il dg dell'Inter Marotta sulla favorita allo scudetto. Se Allegri guarda alla scorsa stagione, indicando Napoli, Milan e Inter tra le favorite, il dirigente nerazzurro punta sull'assenza degli impegni di coppa per i bianconeri: "Sono abituato a giocare ogni 3 giorni, sempre - è il punto di vista di Rabiot -. Difficile perché quando hai una settimana tra una partita e l'altra, i giorni dopo la partita stacchi e può essere complicato ritrovare la concentrazione. Invece ogni 3 giorni non hai tempo per staccare".
L'arrivo a Torino, il rinnovo e il futuro
L'avventura in bianconero è iniziata quasi cinque anni fa, con Allegri ancora in panchina che spinse molto per l'ingaggio del francese, vicino a svincolarsi dal PSG: "L'avevo incontrato la stagione prima di arrivare a Torino, lui mi ha voluto qui. Quando ho firmato, però, lui è andato via. Quando ci siamo ritrovati c’è stato fin da subito feeling: giocavo poco, ricevevo critiche, ma sono cresciuto molto. Conosco la mentalità del mister, so cosa vuole da noi e il suo approccio vincente che condivido. Abbiamo parlato tanto durante la stagione e mi manda spesso anche dei messaggi". Messaggi sul telefono ma anche in campo, quando esplode nei minuti finali quando vede qualcosa che non gli piace: "Anche questo aspetto di Allegri è positivo: vive le partite appieno e vuole rimanere in partita fino alla fine". Inevitabile tornare a parlare di rinnovo dopo la firma sul contratto annuale arrivata in estate: "Ne parleremo più avanti. Non sono in contrasto con mia mamma (suo agente), perché alla fine abbiamo lo stesso modo di pensare. Quasi sempre siamo d'accordo".
Il bel gioco e le vittorie
Il secondo posto della Juventus non ha spento le critiche al gioco dei bianconeri. Dopo un inizio di stagione che sembrava in controtendenza, quasi un rinnovamento, il risultato anche a scapito del bel gioco è tornato centrale: "Alla fine conta vincere, non puoi fare sempre il bel gioco. Magari con la Fiorentina eravamo tutti bassi, può dare fastidio ai tifosi che guardano in tv. Ma da giocatore è un'altra cosa, sei lì per vincere. Quest'anno ci sono partite in cui abbiamo giocato bene, anche contro il Verona nonostante il gol all'ultimo minuto". Non una scelta stilistica, in definitiva, ma una strada per valorizzare le caratteristiche dei calciatori e per ottenere un risultato: "Lavoriamo tanto dal punto di vista offensivo e difensivo. Poi in partita non è sempre come in allenamento, devi adattarti, l'importante è avere grinta e quest'atteggiamento. Preferisco non giocare sempre bene ma alla fine vincere. Questo farà la differenza più del bel gioco". Specialmente domenica sera, quando si consolideranno o ribalteranno le gerarchie di questo campionato.
Tutto sulle spalle di Rabiot. Con il derby d'Italia che si avvicina e gli infortuni e le squalifiche che hanno ridotto all'osso le scelte a disposizione di Allegri in mediana, il ruolo del francese diventa fondamentale. Indosserà ancora la fascia da capitano, vista l'assenza di Danilo, ma oltre che nello spogliatoio dovrà prendere in mano anche il centrocampo, sopperendo alle assenze di Locatelli e Fagioli: "Sono orgoglioso di poter guidare la squadra sul campo - ha raccontato a Dazn -. Sappiamo la storia del club, tutti i giocatori che sono passati, gli allenatori: mi rende felice il percorso che ho avuto".
Fonte:
La Repubblica